31 marzo 2011

Rodolfo e Maria

30 GENNAIO 1889: trovati uccisi Rodolfo d’Asburgo e Maria Vetsera.

Quella mattina del 1889 si sparse l’orribile notizia: il principe ereditario Rodolfo era stato trovato morto ammazzato in una stanza del castello di Mayerling. Omicidio, suicidio? Prevalse la tesi del suicidio e, quando filtrò che c’era anche Maria, attorno alla coppia nacquero leggende. Il cinema si impossessò della loro storia e ai nostri giorni, quando ancora se ne parla, si immaginano due bellissime e infelici creature che hanno voluto concludere insieme e tragicamente la loro vita...ma altre ipotesi parlano di omicidio politico. .


I PROTAGONISTI

RODOLFO D'ASBURGO

Il terzo figlio di Elisabetta e Francesco Giuseppe era "finalmente" il maschio tanto aspettato e desiderato dalla corte di Vienna come futuro erede dell'impero asburgico. Rodolfo si rivelò presto un bambino precoce con una straordinaria intelligenza e sensibilità. Già a cinque anni riusciva a farsi capire in cinque lingue, era dotato di un temperamento vivace e di una fantasia esuberante. Ma dall'altra parte era fisicamente debole e spesso malato, era timido e molto bisognoso di affetto. Senza dubbio aveva ereditato molto dalla madre, sia in positivo che in negativo.

30 marzo 2011

La sua fantasia ha conquistato il mondo...




Helen Beatrix Potter nasce a Londra nel quartiere di South Kensington, il 28 luglio 1866 da una famiglia molto ricca. Trascorre la sua infanzia accudita ed educata dalle governanti, senza avere molti contatti con gli altri bambini. Anche i contatti con i genitori, impegnati in un'attiva vita di società, sono scarsi. Beatrix condivide con il fratello la passione per il disegno e gli animali, ma quando Bertram viene mandato a scuola, la piccola rimane sola, circondata soltanto dai suoi adorati animali domestici: rane, salamandre, furetti, persino un pipistrello. I suoi preferiti, però, sono due conigli, Benjamin e Peter che comincia a ritrarre sin da piccola.

Ogni estate tutta la famiglia Potter si trasferisce nella regione dei Grandi Laghi, già famosa per essere stata, agli inizi del diciannovesimo secolo, la meta preferita dei poeti romantici come William Wordsworth e Samuel Coleridge. In quegli anni la giovane Potter fa la conoscenza di Canon Hardwicke Rawnsley, il vicario locale, il quale le insegna l'importanza di preservare la fauna locale e tenere lontano il turismo di massa, che proprio all'epoca cominciava a invadere la regione.
Nonostante i suoi interessi e le sue ambizioni, i genitori le impediscono di proseguire gli studi e di dedicare tempo ad interessi di stampo intellettuale. Secondo i rigidi precetti vittoriani infatti le donne dovevano occuparsi esclusivamente della casa. Così la giovane Potter, a partire dai 15 anni comincia a scrivere un diario, ma usando un proprio codice segreto, che verrà decodificato solo 20 anni dopo la sua morte.

28 marzo 2011

Piccole chicChe...

di Anna Baiguini
dal Club "Sofà and Carpet" di Jane Austen


Nell'epoca di Jane Austen il ricevente doveva pagare la lettera ricevuta: a seconda del suo peso, il prezzo variava.
Era considerato maleducato far pagare troppo per dare proprie notizie.
Le lettere più brillanti erano quelle che stavano entro i limiti di una pagina.
Jane Austen scriveva quindi così:

1. Usava un foglio ampio.
2. Riempiva il Foglio Primo.
3. Lo girava a 180 gradi e continuava la scrittura.
4. Per eventuali aggiunte c'era spazio anche girandolo a 90 gradi.

Hanno riferito che Cassandra si lamentava di questa strategia disordinata perché quando riceveva le lettere di Jane non riusciva mai a leggerle...

27 marzo 2011: GIORNATA DI PRIMAVERA DEL FAI. Manerba del Garda

La Rocca di Manerba, promontorio dalla cui sommità si può ammirare uno dei panorami più suggestivi del Lago di Garda, una terrazza con di fronte spesso incappucciato il Monte Baldo, non va dimenticata per la sua importanza storica archeologica e naturalistica.

Grazie ai numerosi scavi sono state riportate alla luce le strutture murarie di uno dei più importanti castelli del territorio bresciano nel periodo medievale. Oggi si possono osservare per intero le fondamenta del castello che nel 1573 fu distrutto per ordine del Provveditore Veneto, poichè era diventata sede di banditi.

Grazie al FAI per la 17° Giornata di Primavera!!







24 marzo 2011

IL FIUME SCORRE IN TE

Oggi vi parlo di un libro di un'amica blogger, Bianca Rita Castaldi
(http://camomillacida.leonardo.it/blog). Si tratta del suo primo libro e mi sembra giusto incoraggiare gli scrittori al loro "debutto". ^_^
Non posso giudicare il libro, perchè non ho ancora avuto il piacere di leggerlo, ma la trama sembra promettere bene....

IL LIBRO
A pochi mesi di distanza dal suo trasferimento al nord per motivi di studio, Alessandro scompare.“Tornerò presto, questione di giorni. Tornerò con l’ultimo treno, quello della mezzanotte.” Queste le ultime parole che Alessandro rivolge a Dani, la sua ragazza, durante l’ultima conversazione telefonica tra i due. Poi, più niente. Dani, disperata, si racconta mille scuse per giustificare il comportamento del suo ragazzo e ogni sera si reca in stazione, si siede sul marciapiede e aspetta che passi l’ultimo treno, sperando di veder scendere Alessandro. “Mi aveva detto che sarebbe tornato con l’ultimo treno, quello della mezzanotte”. Passano i giorni, e di Alessandro non c’è traccia. Una notte, però, succede qualcosa d’insolito: Dani è lì, seduta sul marciapiede della stazione come tutte le notti, e l’ultimo treno è già passato da qualche minuto quando, all’improvviso, compare un ragazzo. E, di lì a poco, benché gli orari non prevedano più nessuna corsa fino al mattino successivo, un vecchio treno giunge in stazione, stridendo sui binari. Il giovane sconosciuto sale sul mezzo e, pochi secondi dopo, si sente male. Dani sale in carrozza per soccorrerlo ma, purtroppo, capirà ben presto che il malessere del ragazzo è solo una messinscena, una trappola architettata per farla salire sul treno. Ma chi è questo misterioso estraneo? Che legami ha con Alessandro, e perché sembra conoscere il motivo della sua scomparsa? Molte sono le domande alle quali Dani dovrà rispondere, affrontando le insidie di un pericoloso viaggio nel passato della persona che crede di amare e che non ha mai conosciuto per ciò che è realmente.
_______________________
L'AUTRICE
Bianca Rita Cataldi è nata nel 1992 a Bari. Frequenta l’ultimo anno in un liceo scientifico del capoluogo pugliese e studia pianoforte in conservatorio. Ha iniziato a scrivere all’età di undici anni, quando sua madre le ha regalato un computer e le ha permesso di usarlo ad una condizione: non navigare in internet. A quel punto, Bianca poteva soltanto scrivere, o giocare a campo minato. Tra le due opzioni, lei ha scelto di scrivere. Nel 2009, si è classificata tra i 25 finalisti del Premio Campiello Giovani con il racconto Il fiume scorre in te, dalle cui ceneri è sorto l’omonimo romanzo. Prossimamente, il suo racconto L’ottavo bicchiere sarà pubblicato insieme ad altri diciannove racconti vincitori del concorso “Scritto sulla pelle”, indetto da Feltrinelli e Sony Picture Home Entertrainment nell’estate del 2010. Attualmente Bianca, insieme ad un gruppo di bloggers italiane, collabora con case editrici quali la Newton Compton, la Giunti Y e la Elliot, scrivendo recensioni letterarie. Dal futuro, Bianca desidera solo due cose: continuare a vivere per scrivere, e a scrivere per vivere.


Il libro è disponibile da qualche giorno sul sito internet http://booksprintedizioni.it/libroDett.asp?id=278 al prezzo di 17,90 euro. Prossimamente anche l'uscita in libreria.

22 marzo 2011

Frank Ritter: la sensualità dei grandi miti del cinema.

19 marzo 2011

Ultime letture (2)

La principessa del nord
di Arrigo Petacco

IL LIBRO
Eroina del Risorgimento, liberale e antiaustriaca, colta, intelligente, pragmatica, coraggiosa riformatrice, sostenitrice della parità dei sessi, giornalista di successo, autentica "prima donna d'Italia" come la definirono Giuseppe Garibaldi e Carlo Cattaneo, Cristina Trivulzio principessa di Belgioioso scandalizzò la società di metà Ottocento con il suo spirito brillante, in un'epoca in cui alle donne era consentito al massimo confezionare coccarde tricolori. Fu una vera "madre della patria", ma è stata cancellata dalla storia: le donne non le perdonavano la bellezza, gli uomini l'intelligenza. Quella che era stata la regina dei salotti politico-culturali parigini, la cui misteriosa sensualità affascinò tra gli altri Balzac, Liszt, Chopin e Hugo, fu calunniata e dimenticata. In queste pagine Arrigo Petacco restituisce a questa figura misteriosa e affascinante il ruolo e il valore storico che le spettano, quello di una protagonista della rivoluzone italiana del 1848, pronta a rompere tutti gli schemi, in privato come in pubblico.

                          (Emilio di Belgioiso e la figlia di Cristina)


Un'altra bella biografia, un'altra vita fuori dal comune, un altro personaggio della nostra storia risorgimentale tutto da scoprire.
Confesso che, prima di questo "periodo patriottico", non sapevo quasi nulla su Cristina di Belgioioso...e anche questa volta è stata un'affascinante scoperta.
Una donna straordinaria, bella, colta, ardimentosa; una donna ingombrante che, sfidando le regole sociali dell'epoca, esce dall'angolo nel quale la società maschio-centrica vorrebbe relegarla.
Donna sfortunata in amore (dal marito riceve come unico regalo una malattia venerea che la perseguiterà per tutta la vita), non si arrende, diviene la regina dei salotti parigini e si impegna in prima persona per l'unità e l'indipendenza dell'Italia (organizzando, tra le altre cose, il trasferimento di un piccolo esercito di volontari napoletani a Milano).
Leggere questa biografia significa essere catapultati in un'epoca di grande fermento, epoca in cui nei salotti di Cristina si radunano i personaggi più illustri: da Luigi Napoleone a Liszt, da Bellini a Heine, solo per citarne alcuni. Molti uomini persero la testa per la bella principessa e molte donne la invidiarono; intorno al suo personaggio nacquero numerose leggende, dall'amore saffico per George Sand, alla necrofilia, ai festini amorosi...
Questo fu il prezzo da pagare -insieme a quello dell'oblio- per una donna tanto coraggiosa, arguta e fuori dagli schemi.




Pearl Harbor
di Wallace Randall


IL LIBRO
Rafe McCawley e Danny Walker sono amici per la pelle, crescono come fratelli e imparano a volare su dei piccoli apparecchi semiarrugginiti. E' la loro grande passione per il volo che li porta ad arruolarsi come piloti dell'Air Force, dove subito si distinguono per il coraggio e lo sprezzo del pericolo. Nonostante in America giungano solo gli echi lontani del conflitto che sconvolge l'Europa, Rafe decide di unirsi come volontario alla squadriglia Eagle. Ma poco prima di partire incontra Evelyn, una bella e coraggiosa infermiera della Marina degli Stati Uniti, ed è un colpo di fulmine per entrambi. Per uno strano scherzo del destino Evelyn e Danny ricevono contempraneamente l'ordine di raggiungere Pearl Harbor.


ADORO l'omonimo film e da tempo desideravo leggere questo libro sperando di poter approfondire la vicenda. Purtroppo così non è stato: è come leggere la sceneggiatura del film, rispetto al quale però crea molto meno coinvolgimento.
Lettura inutile per chi ha già visto Pearl Harbor sugli schermi. Peccato.



18 marzo 2011

Cinema... e "Home-Cinema"

Dylan Dog
di Kevin Munroe

IL FILM
L'investigatore dell'incubo Dylan Dog, accompagnato dal fido assistente Marcus (sic), si ritrova nel mezzo di una lotta per il controllo del territorio di New Orleans tra un antico clan di vampiri e un altrettanto ancestrale branco di lupi mannari. In questa incresciosa situazione, avrà anche il tempo di innamorarsi della bella Elizabeth...

Mi viene in mente una citazione colta: "La corazzata Potemkin... è una cagata pazzesca ".
Premetto che non sono una fan di fumetti e che non sono una grande esperta di Dylan Dog .... però.... Sì, però non c’è il collaboratore Groucho, non c’è il maggiolino bianco, e non c’è neanche Londra, e poi lui, Dylan, interpretato dal protagonista di Superman returns Brandon Routh (per carità...un bel vedere...), ha troppi muscoli, è troppo palestrato. Al posto di Groucho c’è un manifesto dei fratelli Marx, ma non basta... e meno male che, grazie al doppiaggio, è stata inserita nei dialoghi l’imprecazione «giuda ballerino» e il protagonista, appena inizia la sua missione, indossa camicia rossa e giacca nera, come da disegno. Ecco la domanda è: comprensibile l'esigenza di riadattare un fumetto alla realtà cinematografica, comprensibile il fatto che non si può pretendere fedeltà assoluta... ma che senso ha ispirarsi a un fumetto ultra-famoso e amato se poi la fedeltà con l'originale si limita ai sopra citati punti???? Furbata americana??? Mi sa di si....


AUSTRALIA

IL FILM
Durante la Seconda Guerra Mondiale, una nobildonna (Nicole Kidman) eredita un'enorme tenuta. Quando i magnati del bestiame inglesi tentano di impadronirsi della sua terra, unisce le sue forze a quelle di un rude mandriano (Hugh Jackman) per condurre 2000 capi di bestiame attraverso centinaia di chilometri di terra desolata; insieme saranno testimoni del bombardamento di Darwin da parte dell'aviazione giapponese.


L'altra sera, come credo molti di voi, ho visto Australia, che purtroppo mi ero persa al cinema... e adesso la cosa mi dispiace ancora di più.
Kolossal strepitoso, piuttosto lungo è vero, ma assolutamente mai noioso.
Il cinema di Baz Luhrmann è musica per gli occhi. Attraverso le vicissitudini romantico-avventurose dei due protagonisti e del piccolo Nullah conosciamo meglio questo maestoso continente e parte della sua storia, in particolare lo scandalo delle “generazioni rubate”, un piano governativo del Commonwealth per assimilare gli indigeni nella dominante comunità bianca.
Si inizia con un grandioso viaggio tra deserto e canyon per condurre un'enorme mandria e si finisce tra i bombardamenti dei giapponesi sulle costre australiane, passando attraverso la magia del popolo aborigeno. Il tutto condito con paesaggi davvero MOZZAFIATO!!!
In tutto questo Nicole Kidman è superba, si trasforma da donnina inglese petulante e sprovveduta, a Donna coraggiosa disposta a rischiare per i suoi affetti e i suoi valori.
Insomma c'è tutto.... un pò come i filmoni "vecchio stile".... grandioso, spettacolare, romantico.
Un consiglio per chi non l'avesse ancora visto! Rimediate!!


Cara Italia, perché giusto o sbagliato che sia questo è il mio paese con le sue grandi qualità ed i suoi grandi difetti. (Enzo Biagi)


Ieri è stato il compleanno della nostra Italia... per festeggiare ho pensato di scoprire qualcosa di più sul nostro nome, il nostro inno e la nostra bandiera.
.....e comunque buon compleanno Italia!


- Il nome "Italia"

Il nome Italia venne usato per la prima volta dagli autori greci e latini, nella fattispecie da Erodoto. Con tale nome si indicava la parte meridionale della penisola, l'antico Bruttium meridionale abitato dagli Itali di Re Italo (attuale Calabria meridionale) secondo quanto tramandato anche da Dionigi di Alicarnasso, Tucidide e Virgilio, poi il nome fu esteso ad indicare i connazionali della Magna Grecia, che venivano detti Italiótai. L'etimologia del nome, secondo una tesi antica, si basa sul nome greco italós, che significa toro come forma contratta e grecizzata dell'umbro vitlu (vitello). Tale etimologia era stata già tramandata dagli stessi greci che vedevano l'origine del nome in Ouitoulía, ossia "terra dei vitelli". Essa fu in seguito riproposta da Dionigi d'Alicarnasso, Varrone, Aulo Gellio e Sesto Pompeo Festo.

Alcuni sostengono che tale nome deriva dal vocabolo "Italòi", termine con il quale i greci designavano i Vituli, una popolazione che abitava la regione a sud dell'odierna Catanzaro e adorava il simulacro di un vitello. Il nome significherebbe quindi "abitanti della terra dei vitelli". Infatti fino all'inizio del V secolo a.C., con Italia si indicò solo la Calabria, poi tutta la parte meridionale del Paese e, dal 49 a.C., quando alla Gallia Cisalpina furono concessi i diritti di cittadinanza romana, anche le regioni settentrionali della penisola. Tali confini vennero ulteriormente dilatati con la riforma amministrativa dell'imperatore Augusto (27 a.C.) che li portò a ovest fino al fiume Varo (presso Nizza) e ad est fino al fiume Arsa, in Istria.

Secondo un'altra ipotesi l'origine del nome non è una forma grecizzata dell'umbro, bensì un termine di derivazione etrusca. In Etrusco esisteva difatti il termine Italòs, che indicava il toro, probabilmente derivato da *vitalu, con caduta del digamma. Questo termine fu usato dagli etruschi per indicare i popoli italici (dell'Italia centro meridionale); ciò è stato in parte affermato da Apollodoro, che sosteneva che il termine italòn fosse un termine di derivazione tirrenica, e quindi etrusca, usato per indicare il toro. Lo stesso confermava il bizantino Giovanni Tzetzes, che presumibilmente non conosceva la fonte di Apollodoro e, forse, lo aveva appreso da qualche altra fonte antica. Appare inoltre molto più probabile che il termine sia passato dall'etrusco al greco, piuttosto che dall'umbro, per altri due motivi: utilizzare il termine italòn per indicare un popolo ha probabilmente una connotazione negativa, in quanto rimanderebbe ad una certa inferiorità; considerando la superiorità tecnico culturale degli etruschi, e le condizioni dei rapporti che esistevano fra questo popolo e le genti italiche, è molto probabile che gli etruschi abbiano utilizzato tale appellativo con lo scopo di deridere i propri vicini. Appare in secondo luogo difficile credere che tale appellativo sia stato applicato a tutti i popoli italici a partire da un piccolo popolo, mentre la sua paternità etrusca renderebbe più probabile la sua diffusione su vasta scala.

15 marzo 2011

Dreaming Scotland.... Il viaggio continua...

14 marzo 2011

Dreaming Ireland...


« May the road rise to meet you, may the wind be always at your back, may the sun shine warm upon your face, and the rains fall soft upon your fields and, until we meet again, may God hold you in the palm of His hand. »
« Sia la strada al tuo fianco, il vento sempre alle tue spalle, che il sole splenda caldo sul tuo viso, e la pioggia cada dolce nei campi attorno e, finché non ci incontreremo di nuovo, Iddio ti protegga nel palmo della sua mano »
(San Patrizio, Benedizione del viaggiatore irlandese)
Tra pochi giorni, sarà San Patrizio, patrono d'Irlanda.
[Patrizio d'Irlanda (Bannaventa Berniae, 385 – Saul, 17 marzo 461), nato con il nome di Maewyin Succat, scelse successivamente il nome latino di Patrizio, appunto, fu un vescovo e missionario irlandese di origini scozzesi.
Assieme a San Columba di Iona ed a Santa Brigida d'Irlanda è il patrono dell'Irlanda. Era figlio di Calphurnius e Conchessa, appartenenti ad una famiglia nobile romana.
Viene festeggiato da tutta la comunità irlandese del mondo il 17 marzo, data della sua morte.]

 Ho deciso di festeggiare in anticipo con un bel viaggetto virtuale nella terra che sogno da sempre.

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